Rubrica L’alfabeto del Cambiamento
C
C come Comunità Europea
C’era una volta la “Comunità Europea”. Nel 1956 il Regno Unito propose che il Mercato Europeo Comune fosse esteso in una più ampia area di libero scambio europea, e si fece successivamente promotore dell'Associazione europea di libero scambio, concretizzatasi insieme ad altri paesi non membri. Nel 2009 il termine fu sostituito con “Unione Europea”
Come cambiano le cose: oggi l’Europa e il mondo sono sotto shock per l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea. Questa decisione è stata affidata a un referendum nazionale: da quel che si evince hanno prevalso i voti della generazione più anziana, e ha vinto il Brexit, neologismo che fa un pò tremare i polsi.
In molti sostengono che non è giusto che una generazione di sessantenni abbia deciso anche per quelle dei venticinquenni, cioè coloro che il futuro lo vivranno: questi ultimi avrebbero voluto per la grande maggioranza continuare a scommettere sul sistema dell’Unione Europea, ma numericamente non ce l’hanno fatta. Come dire, lo sguardo verso il passato ha prevalso su quello rivolto al futuro. E così, tanto per fare un esempio, l’Inghilterra forse uscirà dalla rete Erasmus. Anche il Primo Ministro lascia, e il successore arriverà a ottobre. E intanto in Gran Bretagna si parla di un referendum per ridiscutere i risultati dell’uscita dalla UE.
A fissare le regole dell’uscita è l’articolo 50 del trattato di Lisbona, rispolverato per l’occasione. Il divorzio non sarà consensuale e nemmeno breve. Le pratiche dureranno due anni, per giunta con la possibilità di una proroga. Nel frattempo il Regno Unito continuerà ad avere gli stessi diritti e doveri degli altri 27 Paesi, incluso quello di assumere la presidenza di turno della UE nel secondo semestre 2017, di partecipare alle riunioni ed esercitare il diritto di voto, ad eccezione delle decisioni che riguardano l’uscita dalla UE.
Rinunciando alla Ue il Regno Unito diventerà di fatto un paese terzo e dovrà negoziare un’intesa con la Commissione Europea. Quanti quesiti a cui rispondere: le trattative tra Inghilterra e UE verranno condotte in parallelo come sembrano preferire gli inglesi? Oppure, come hanno lasciato intendere le autorità europee, l’accordo si limiterà a chiarire gli aspetti legali e ad aprire la strada a un’altra intesa? Quali saranno poi le relazione tra il Regno Unito e i paesi della UE? Mettendosi nei panni degli esperti che dovranno dirimere le questioni, si tratta di una matassa molto ingarbugliata.
Intanto, è probabile che questo evento sia abbinato alla delocalizzazione di numerosi impieghi, in particolare per quel che riguarda le grandi banche, che potrebbero tagliare migliaia di posti di lavoro e trasferire molte persone. Ci sono anche coloro, come gli expat residenti in UK, che da un giorno all’altro si sono svegliati in un Paese diverso da quello in cui si trovavano prima, con la sensazione di non essere forse più i benvenuti. C’è chi prenderà forza da questo evento, e chi sarà indebolito, come fatalmente accade. Ma lo sconcerto e la preoccupazione prevalgono nettamente.
Certo, liberarsi dell’eredità di 43 anni di regole comunitarie non sarà facile per la Gran Bretagna. E per noi tutti non sarà facile convivere con il vulnus causato dall’uscita di un paese così potente, ma l’inquietudine era in aria da un po’. Ci si auspica che non si propaghi più di tanto, vista anche la situazione della Grecia.
Il fatto è che ci misuriamo con una “Comunità Europea”, come si chiamava inizialmente, logora, sfiduciata e in crisi. Il paradosso è che l’idea stessa di “Comunità” è stata messa a repentaglio proprio nel momento in cui non si fa che parlare di comunità, di community, di network e di alleanze. Sembra un film di controtendenza.
Come accade quando si verificano eventi che provocano shock, c’è il rischio che molte persone, attivando resistenze e sistemi di difesa, cerchino rapidamente di rimuovere il problema e tornare al “normalità”. Sarebbe la dimostrazione che in Europa non esiste più una leadership politica in grado di prendere l’iniziativa al riguardo, e che l’inedia generale prevale.
Ma poiché le crisi contengono sempre pericoli e opportunità, questa può essere una grande occasione di cambiamento per l’Europa, in termini di definizione di nuove regole e nuovi assetti. E’ bene approfittarne, cavalcare il cambiamento e avere il coraggio di ridefinirsi. Possono aiutare lo stato di emergenza, la consapevolezza di perdere molto, il sentirsi uniti contro chi provoca scissioni, e al tempo stesso le alleanze forti, il combattere tenacemente insieme per una visione bella del futuro, merce rara al giorno d’oggi, ma che, quando c’è, è più potente di ogni altra leva. Chi farà il primo passo?
Oggi l'UE non rispecchia più i principi fondanti di quel progetto di una Unione dei Popoli europei, dei Cittadini europei, lanciato da Robert Schuman nel lontano 1950, col suo discorso, tenuto a Parigi. Discorso considerato il primo discorso politico ufficiale della futura Comunità, poi Unione Europea.
Oggi l'Ue non è un organismo a servizio dei Cittadini europei, ma è diventata uno "strumento di potere" nelle mani della Finanza e delle Banche... dei Poteri Forti, a discapito dei comuni cittadini.
Oggi si è scatenata la campagna della retorica emergenziale e catastrofica. Lo si vede dalla reazione stizzita e dalla mobilitazione, ad ampio raggio, dei Vertici della UE e dei Capi di Governo asserviti,
...che stanno "terrorizzando" i cittadini inglesi ed europei circa le "catastrofiche" conseguenze dell'abbandono della UE ?!!!!! ...come se il mondo si reggesse sulla UE e sui suoi Burattinai.
Chi insorge, platealmente, contro il risultato referendario della BREXIT? ..... la Scozia !!......Guarda caso, la sede di una delle più potenti logge massoniche !
Da quando nel 2001 è arrivato il famigerato Euro, è aumentata la povertà e il disagio sociale della maggioranza dei cittadini.
Solo i "Ricchi e Potenti" ne hanno tratto beneficio !!!
Questa è la realtà dei "fatti". Bruxelles ha favorito i Potenti a spese del popolo ...., dei cittadini comuni.
Ritengo valido il progetto di una Europa Unita, ma non di "questa" Europa, in mano ai Potenti, che impongono ciniche logiche di profitto per pochi, a discapito -ripeto- di molti !!
L'Unione Europea va ricostruita dalle fondamenta....non basta una terapia, ci vuole una "chirurgia" ricostruttiva!
Se un palazzo - nonostante il progetto iniziale valido- mostra delle vistose crepe, nelle fondamenta e nei muri portanti, è meglio buttarlo giù e ricostruirlo.
Bisogna dire grazie al Popolo inglese per questa giusta e razionale alzata di scudi! ... per questa rivendicazione della sovranità nazionale, dei loro sacrosanti diritti, sociali e politici, nonché di persone umane....
La BREXIT rappresenta un forte scossone per la "cricca" della sottile e subliminare Eurodittatura.
La corda troppo tesa, dell'abuso e dello spudorato interesse di parte, al fine si è spezzata!!
Buona lettura!
Vittorio Blonk Steiner
PS=Vi ricordo il lungimirante presagio che lanciò la Margaret Thatcher prima dell'entrata dell'Euro: <<L'euro è un pericolo per la democrazia, sarà fatale per i paesi più poveri. Devasterà le loro economie>>
Vi ricordo, anche, quello che disse in nostro "grande" Romano Prodi: <<Con l'euro lavoreremo un giorno in meno, guadagnando come se lavorassimo un giorno in più…