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IL COACHING CATALIZZATORE DEL CAMBIAMENTO

Una leva preziosa a disposizione delle persone

I fondamenti del coaching

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Il corporate ed executive coaching rappresenta una leva di sviluppo e uno strumento molto funzionale ai processi di cambiamento di un’azienda; cambiamento che naturalmente impatta sulle persone.

Si tratta di un processo di accompagnamento e di allenamento personalizzato che mette al centro la Persona. 

Il coaching è fondato su una relazione di alleanza tra il coach e il coachee, che deve necessariamente fondarsi sulla fiducia, sulla sintonia, la piacevolezza, la «chimica positiva».

La relazione di coaching si fonda su domande mirate e di qualità in relazione al percorso che il coachee vuole intraprendere, con un solido sistema di feed back reciproco.  All’interno di una relazione a carattere riservato, il coach aiuta il coachee a costruire un ponte tra la situazione attuale e quella desiderata. 

Ciò avviene sulla base di elementi concreti e di specifiche competenze da sviluppare, in base agli obiettivi di business o istituzionali, al modello delle competenze dell’azienda e come concordato con i referenti aziendali. 

Il programma e le competenze oggetto del percorso di coaching debbono infatti essere definite con un meeting preliminare fra il Line Manager, l’HR Manager, il Coachee e il Coach. La triangolazione è fondamentale per definire, monitorare e valutare  gli obiettivi, sia in itinere che al termine del percorso. 

Laddove si tratti di executive coaching, che si rivolge a figure apicali come ad esempio un Amministratore Delegato o un Direttore Generale, l’incontro preliminare avviene nella quasi totalità dei casi solo tra l’executive e il coach, rappresentando un incontro conoscitivo per verificare la compatibilità e la “alchimia positiva” tra le due personalità.

Finalità e principi

Il coaching si basa su un modello di conversazione costruttivo e creativo che allena il coachee a esaltare il potenziale personale e professionale e a raggiungere le proprie mete, aiutandolo a: 

 

  • Sviluppare consapevolezza e chiara immagine di sé, dei propri punti di forza e delle aree di miglioramento 

  • Sviluppare le competenze legate al proprio ruolo aziendale 

  • Trasformare obiettivi di sviluppo individuale e/o di miglioramento delle performance in risultati concreti e tangibili attraverso azioni mirate 

  • Raggiungere obiettivi personali sfidanti e performance migliori 

  • Esprimere le proprie potenzialità creative attraverso nuove soluzioni ed azioni personali 

  • Sviluppare autonomia, responsabilità, ownership 

  • Liberare energia, sviluppare autoefficacia e benessere. 

 

I principi guida sono: 

  • La volontarietà, ossia la libera scelta da parte del coachee di intraprendere il percorso 

  • L’alleanza tra il coach e coachee 

  • La trasparenza da parte del coach 

  • La riservatezza, ossia l’obbligo da parte del coach a non divulgare ad alcuno il contenuto specifico delle singole sessioni 

  • Il committment del coachee - primo responsabile dell’efficacia dei risultati. 

E’ evidente che, quando si tratta di executive coaching, l’autonomia del coachee aumenta sensibilmente: a lui la definizione degli obiettivi strategici, politici e tattici del percorso e il monitoraggio degli effetti che le sue decisioni e i suoi comportamenti generano su tutti gli stakeholders di riferimento. I due grandi focus sono soprattutto la massima espressione della leadership e la capacità di anticipare e attivare cambiamenti. 

La posta in gioco è alta, e lo sono anche i risultati che il coaching genera. Questa è la ragione per cui la durata del percorso di coaching è tendenzialmente più lunga rispetto al tempo destinato a ruoli meno alti.

I benefici

Il coach agisce con un approccio maieutico e come facilitatore di apprendimento (esperienze, casi concreti, teoria e pratica, consolidamento di conoscenze, informazioni utili, potenziamento e ampliamento dei risultati…), come attivatore dell’energia e delle motivazioni del coachee, come catalizzatore di cambiamenti. 

Essendo per sua natura totalmente centrato sulla persona, il coaching deve avere anche una funzione di «scoperta» di parti di sé che possono emergere. L’aspetto «inatteso» può fare la differenza.  Per questo è bene preventivare che nell’arco del percorso possano emergere intuizioni e comportamenti che sono apparentemente a margine degli obiettivi, ma che costituiscono un patrimonio della persona che va valorizzato, soprattutto in situazioni di grande cambiamento e in un’ottica di miglioramento della qualità della vita e del lavoro.

Il coaching consente alle persone, non solo di allineare capacità e comportamenti agli obiettivi attesi, ma anche di  liberare il proprio potenziale e rafforzare la fiducia nelle proprie capacità, generando un cambiamento di prospettiva, creando la propria visione del futuro, focalizzando obiettivi sfidanti e realistici che danno luogo a un piano di azione coerente ed efficace.

Da tutto ciò inevitabilmente deriva uno stato di benessere e soddisfazione della persona, una percezione di chiarezza, autoefficacia e la consapevolezza che la sua vita e la direzione da imprimere al cambiamento sono nelle sue mani.  Si tratta di risultati importanti, visto che l’accelerazione e la portata dei mutamenti richiedono oggi sempre più persone “pronte”, soprattutto a immaginare futuri possibili. E anche in grado di sognare facendo accadere le cose.

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